L’eredità di Giovanna
23 luglio 2008
Breve commiato nel giorno del funerale
Poche e brevi riflessioni per concludere questa celebrazione con un sorriso e un’apertura di serenità, ricordando i beni più preziosi che Giovanna ha lasciato a noi tutti.
Prendo spunto da un tema di Marta, la nostra secondogenita, risalente all’epoca del liceo: “Vivere vuol dire trascorrere il proprio tempo accanto a chi aumenta la nostra voglia di essere e ci dà spunti per andare avanti.” Ecco, Giovanna ha dato spunti per andare avanti a chiunque la incontrava, e questo è quello che in un linguaggio più “ecclesialese” (come direbbe il cardinal Martini) è quello che si chiama Amore. Ma Amore, per quanto termine più esatto e comprensivo, in questo momento mi risulta troppo astratto e freddo (forse perchè troppo abusato). “Offrire spunti per andare avanti” è invece più concreto e personalmente, in questo frangente, ho un bisogno di riferimenti molto concreti.____________________________________________
“Offrire spunti per andare avanti” significa offrire occasioni di crescita a chi non ne ha, offrire motivi di vita a chi è in difficoltà, in un certo senso significa rendere la vita a chi l’ha perduta. Vuol dire praticare quell’I care (io mi preoccupo di te, mi prendo cura di te) che don Milani ci invitava ad assumere come dominante della nostra vita. E Giovanna lo faceva senza prosopopea nè condiscendenza._________________________________________
Poche ore prima della sua morte mi trovavo accanto a lei a scavare nella Bibbia e nel libro del Siracide ho trovato due passi che mi hanno rasserenato (il Siracide è un libro del Vecchio Testamento che raccoglie il meglio della saggezza ebraica). _Il primo passo recita: ”Alla morte di un uomo si rivelano le sue opere [...] un uomo si conosce veramente alla fine (Sir 11, 27-28)”. In proposito si può dire che Giovanna non è stata uno dei cento scienziati che cambieranno il mondo, come pretendono di dirci discutibili classifiche ora molto in voga anche nel nostro mondo accademico.
23 luglio 2008
Breve commiato nel giorno del funerale
Poche e brevi riflessioni per concludere questa celebrazione con un sorriso e un’apertura di serenità, ricordando i beni più preziosi che Giovanna ha lasciato a noi tutti.
Prendo spunto da un tema di Marta, la nostra secondogenita, risalente all’epoca del liceo: “Vivere vuol dire trascorrere il proprio tempo accanto a chi aumenta la nostra voglia di essere e ci dà spunti per andare avanti.” Ecco, Giovanna ha dato spunti per andare avanti a chiunque la incontrava, e questo è quello che in un linguaggio più “ecclesialese” (come direbbe il cardinal Martini) è quello che si chiama Amore. Ma Amore, per quanto termine più esatto e comprensivo, in questo momento mi risulta troppo astratto e freddo (forse perchè troppo abusato). “Offrire spunti per andare avanti” è invece più concreto e personalmente, in questo frangente, ho un bisogno di riferimenti molto concreti.____________________________________________
“Offrire spunti per andare avanti” significa offrire occasioni di crescita a chi non ne ha, offrire motivi di vita a chi è in difficoltà, in un certo senso significa rendere la vita a chi l’ha perduta. Vuol dire praticare quell’I care (io mi preoccupo di te, mi prendo cura di te) che don Milani ci invitava ad assumere come dominante della nostra vita. E Giovanna lo faceva senza prosopopea nè condiscendenza._________________________________________
Poche ore prima della sua morte mi trovavo accanto a lei a scavare nella Bibbia e nel libro del Siracide ho trovato due passi che mi hanno rasserenato (il Siracide è un libro del Vecchio Testamento che raccoglie il meglio della saggezza ebraica). _Il primo passo recita: ”Alla morte di un uomo si rivelano le sue opere [...] un uomo si conosce veramente alla fine (Sir 11, 27-28)”. In proposito si può dire che Giovanna non è stata uno dei cento scienziati che cambieranno il mondo, come pretendono di dirci discutibili classifiche ora molto in voga anche nel nostro mondo accademico.
Tuttavia, sembra che il mondo, grazie a lei, sia silenziosamente cambiato.
Menziono due avvenimenti sintomatici di questo cambiamento.
Una settimana fa (prima della morte) colleghi e studenti si sono raccolti in preghiera per lei, e vi assicuro che non erano affatto dei baciapile! Questo è un evento abbastanza inusuale all’interno dell’Università, che in genere è un ambiente alieno da simili manifestazioni di affetto e di partecipazione (manifestazioni di questo tipo sono tutt’al più postume!)
In secondo luogo sono arrivate lettere, cartoncini, biglietti contenenti testimonianze di affetto e riconoscenza di studenti e colleghi. I due più toccanti ci danno il segno del vuoto lasciato da Giovanna. Il primo biglietto è stato vergato da un gruppo di studenti. Il biglietto raffigura nella prima facciata Biancaneve addormentata nella teca di cristallo. Superato il primo istante di disorientamento ho letto il testo riportato all’interno: “Partecipiamo all’immenso dolore per la perdita della Prof.ssa Bartolini, una persona dolcissima e dotata di straordinaria umanità, ricordandola con l’affettuoso appellativo datole dagli studenti di Biologia. Buonanotte Biancaneve!” Biancaneve come icona della dolcezza e della delicatezza. Ma forse qualcosa di più. Ricordando che il Cardinale Biffi ha sondato i risvolti teologici del libro Pinocchio mi sono detto che si potrebbe fare altrettanto con la favola di Biancaneve, se consideriamo che la bella addormentata verrà un giorno risvegliata dal sonno provocato dalla mela avvelenata.
Una lettera firmata da una collega ci introduce più direttamente al secondo passo del Siracide: “[...] quando incontravo Giovanna nei lunghi corridoi del Dipartimento mi spuntava un sorriso, anche nei giorno in cui ero triste.”
Il secondo passo del Siracide (Sir 19, 26-27) ci ricorda che “[...] dal volto si conosce l’uomo di senno. Il vestito di un uomo, la bocca sorridente [...] rivelano quello che veramente è.” Il sorriso di Giovanna, nel cuore di tutti, rivelatore di una serenità e di una pace interiore contagiosi.
Invito tutti coloro che hanno conosciuto Giovanna a farmi pervenire testimonianze scritte in cui, chi vuole, ci offra il suo ricordo di Giovanna, ci sveli il motivo per cui non ha potuto fare a meno di essere qui stamattina e ci racconti che cosa Giovanna ha lasciato nel profondo del suo cuore.
Una settimana fa (prima della morte) colleghi e studenti si sono raccolti in preghiera per lei, e vi assicuro che non erano affatto dei baciapile! Questo è un evento abbastanza inusuale all’interno dell’Università, che in genere è un ambiente alieno da simili manifestazioni di affetto e di partecipazione (manifestazioni di questo tipo sono tutt’al più postume!)
In secondo luogo sono arrivate lettere, cartoncini, biglietti contenenti testimonianze di affetto e riconoscenza di studenti e colleghi. I due più toccanti ci danno il segno del vuoto lasciato da Giovanna. Il primo biglietto è stato vergato da un gruppo di studenti. Il biglietto raffigura nella prima facciata Biancaneve addormentata nella teca di cristallo. Superato il primo istante di disorientamento ho letto il testo riportato all’interno: “Partecipiamo all’immenso dolore per la perdita della Prof.ssa Bartolini, una persona dolcissima e dotata di straordinaria umanità, ricordandola con l’affettuoso appellativo datole dagli studenti di Biologia. Buonanotte Biancaneve!” Biancaneve come icona della dolcezza e della delicatezza. Ma forse qualcosa di più. Ricordando che il Cardinale Biffi ha sondato i risvolti teologici del libro Pinocchio mi sono detto che si potrebbe fare altrettanto con la favola di Biancaneve, se consideriamo che la bella addormentata verrà un giorno risvegliata dal sonno provocato dalla mela avvelenata.
Una lettera firmata da una collega ci introduce più direttamente al secondo passo del Siracide: “[...] quando incontravo Giovanna nei lunghi corridoi del Dipartimento mi spuntava un sorriso, anche nei giorno in cui ero triste.”
Il secondo passo del Siracide (Sir 19, 26-27) ci ricorda che “[...] dal volto si conosce l’uomo di senno. Il vestito di un uomo, la bocca sorridente [...] rivelano quello che veramente è.” Il sorriso di Giovanna, nel cuore di tutti, rivelatore di una serenità e di una pace interiore contagiosi.
Invito tutti coloro che hanno conosciuto Giovanna a farmi pervenire testimonianze scritte in cui, chi vuole, ci offra il suo ricordo di Giovanna, ci sveli il motivo per cui non ha potuto fare a meno di essere qui stamattina e ci racconti che cosa Giovanna ha lasciato nel profondo del suo cuore.
Che la gioia che Giovanna ha riversato in tanti cuori in tanti
momenti differenti possa essere così raccolta e divulgata!
Umanità e sorriso
Umanità e sorriso
sono i tesori più duraturi che Giovanna ha profuso durante la sua vita.
A noi ora il compito di rischiarare la vita degli altri con lo stesso sorriso
A noi ora il compito di rischiarare la vita degli altri con lo stesso sorriso
sereno, caldo e accogliente.
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Mario Compiani
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